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IL RACCONTO DELLA MIA RICERCA PITTORICA

 

1960 

L'esordio 

L'esordio, avvenuto nella seconda metà degli anni '60 dopo il diploma presso il Liceo Artistico a Pescara, è caratterizzato da opere, realizzate con smalti industriali, che rimandano ad una figurazione astratta non esente da riferimenti all'Informale di quegli anni.

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Figure 126x133 - smalto 1966
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Legami 100x80 - smalto 1966

Nei periodi a seguire l'attività pittorica, pur se ridotta dalla frequentazione del corso di laurea in Architettura a Pescara e più tardi dall'insegnamento universitario presso la stessa Facoltà, non smette mai di esistere, come testimonia la mostra fotografica, nel febbraio 1973 presso la galleria Nuova Dimensione di Cesare Manzo a Pescara, intitolata “Celebrazione di un ventennio” e ispirata ai primi segnali di crisi ambientale.

Ancor meno smette l'aggiornamento sulle vicende  dell'arte contemporanea e la pratica pittorica orientata verso i temi del paesaggio. 

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Allarme ambientale 45x45 (serie di 20 pezzi) - fotografie 1973
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Cattedrale 70x100  1974
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Cattedrale 2 100x80  1989
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Paesaggio rurale 70x100  1974
Paesaggio 100x80  1989
Paesaggio 2 100x120  1989

2019

La ripresa dell'attività

L'attività pittorica riprende agli inizi del 2019 con una serie di opere che inevitabilmente risentono del bagaglio culturale e delle esperienze acquisite in un settore altro rispetto alla pittura; ma la secolare ed intrigante storia degli Architetti-Pittori dimostra che le due discipline possono tranquillamente convivere, se non addirittura alimentarsi reciprocamente.

A questo periodo va riferita la mostra nel gennaio 2020, intitolata  “Desverguenza Urbana”, organizzata a Città del Messico presso lo spazio Mercado Roma, a cura di Atenas  Beltran Uriz.

Le opere sono incentrate sul tema dei “grovigli”, ispirati al complesso sistema di cavi utilizzati per il trasporto dell'energia elettrica a Citta del Messico.

Metafora del nostro vivere contemporaneo, sviluppo inestricabile di contraddizioni che tuttavia ricercano un senso, una bellezza fatta di complessità

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Ventana 185x115  smalto 2019
Cables  200x120 - smalto 2019
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Cables 2  180x230 - smalto 2019

Allo stesso periodo appartengono ulteriori opere ispirate alla minaccia di estinzione di alcune specie marine e terrestri, dove il tema dei "grovigli" elettrici appare sottoforma d'intrappolamento, causato dall'irresponsabile abbandono sui fondi marini delle reti da pesca o da sistemi di cattura illegali utilizzati sulla terraferma

La tecnica adottata è ancora lo smalto industriale lucido su tela.

Pesce cablato160x95 - smalto 2020

2020

La vicenda del Covid 19

Durante la mostra ancora in corso a Città del Messico, avviene, per l'avvento della pandemia, l'improvviso trasferimento a Salt Lake City nello Utah.

Dal marzo 2020 e per 80 giorni consecutivi, prende corpo l'esperienza del "diario dipinto": 40 opere realizzate nella città americana, con la tecnica dell'acquerello, ispirate alle problematiche introdotte dalla pandemia e dagli scenari che distanziamento sociale e divieto di assembramento lasciano intravedere.

Al rientro in Italia nel giugno 2020, l'impossibilità di esporre tali opere per la chiusura di musei e gallerie impone di sperimentare nuove forme espositive.  In collaborazione con l'associazione Ideasapiens, si organizza la mostra online “Time of a Diary - Diario di un Lockdown” a cura di Antonio Zimarino.

La mostra è il racconto di novanta giorni di isolamento vissuti a Salt Lake City (Utah), in una situazione di instabilità e di incertezza del futuro. L'artista: "Realizzare quegli acquerelli è stato per me un riflettere sulle emozioni, diventate, giorno dopo giorno, la cartina al tornasole del disagio che tutti abbiamo vissuto".

La mostra online, durata dal 21 novembre al 13 dicembre, ha previsto al suo interno anche tre webinar con ospiti provenienti da diversi settori che si sono confrontati sulle tematiche sollevate dalla mostra

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Pericolose Infiltrazioni 61x46 - acquerello 2020
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Disperazione 38x50 - acquerello 2020
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Disperazione 2  38x50 - acquerello 2020
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Nelle viscere della terra   50x60  - acquerello 2020

2021

La direzione artistica di Murap Festival

Murap è un progetto triennale che vede la Fondazione Aria e il Comune di Pescara scommettere sul muralismo urbano contemporaneo come strumento complementare alle azioni di riqualificazione architettonica e urbanistica.

Il festival esordisce nell'estate del 2021 ed è tutt'ora in corso . Circa 1000 mq di murali, una decina di artisti coinvolti, 3 luoghi urbani interessati, 2 comunità di quartiere coinvolte nel processo creativo dei murali, oltre ad una serie di tavole rotonde a supporto dell'operazione.

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Uccelli d'acqua - Pescara - writers Ericailcane e Bastardilla - murali 2021

Omaggio a Gianni Cordova - Pescara     writer Antonello Piccinino 

murale + riqualificazione urbana 2021

2022

Il passaggio agli acquerelli di grande formato.  

L'utilizzo dell'acquerello, iniziato nello Utah, ha rappresentato dopo decenni di uso dello smalto una svolta significativa nella linguaggio artistico.

E' iniziata quindi la produzione di opere di grande formato ispirate prevalentemente a paesaggi urbani diventati oggi simbolo della contemporaneità per la capacità di accogliere e mescolare culture, lingue, forme dell'abitare. 

Questa nuova serie di opere sarà presentata nella mostra personale  "Stratigrafie immaginarie",  in programma  presso la galleria "zero zero sul livello del mare" a Pescara, dal 14 ottobre al 28 ottobre 2023.    

FESSURAZIONI 100x70 acquerello 2023.jpg

Fessurazioni  100x120 -  acquerello 2023

FLUSSI METROPOLITANI 100x70 acquerello 2023.jpg

Water front  100x120  -  acquerello 2023

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Momenti della mostra 

FORESTA URBANA 100x70  acquerello  2022.jpg

Foresta 100x120 -  acquerello 2023

2025

La direzione artistica di Corte Marcòsc 

La convinzione che oggi l'arte e la cultura possano essere accessibili anche a chi vive in aree lontane dai centri urbani artisticamente riconosciuti, ha spinto Alessandro Sonsini e la moglie Cecilia Greco a realizzare in territorio rurale del casertano una struttura ricettiva idonea ad accogliere ed organizzare residenze artistiche, recuperando due case abbandonate e una storia di famiglia dimenticata.

L'hanno chiamata Corte Marcòsc, dal soprannome “I Marcòsc”, con cui in paese erano identificati i Greco, il ceppo familiare che l'ha sempre abitata dai primi del '900, a sua volta derivato dal nome del loro capostipite, Markos probabilmente di origine greca, rinnovato di generazione in generazione per secoli, secondo un'antica tradizione familiare.

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© 2019 edited Riccardo Sonsini

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